sabato 26 luglio 2014

Delta fa la differenza: ecco che cosa si può imparare





Ho volato con Delta. E ho capito che cosa voglia dire attenzione al cliente.
Non so le altre compagnie ma oggi di questa parlo perché ho sperimentato.
Tu dici: è una compagnia aerea, curerà il volo. Assolutamente no.
Cioè, certo, anche quello, orari, collegamenti, coincidenze.
Ma si preoccupa, mi pare, quasi più di altro.
Arrivi nei suoi terminal e ti sembra di essere in un altro mondo: prese elettriche dappertutto, di tutti i tipi, per caricare e tenere carichi ogni tipo di dispositivo elettronico.
Al terminal C di LaGuardia a NYC  (poi li ho rivisti in altri aeroporti USA) ogni sedile e tavolino offre un iPad da usare gratis per navigare in Internet e dal quale puoi collegarti al bar per ordinare quello che ti pare (io c’ho preso eggs and bacon, coffee e orange juice), paghi con una strisciata di carta di credito nell’apposito lettore di fianco all’iPad che ti chiede di indicare il tuo volo così da darti informazioni in diretta, lì dove sei seduto, senza alzarti. E ovviamente prese elettriche.
In volo c’è il wifi e la presa a sedile, così puoi andare avanti a fare quello che facevi: lavorare anche, ma anche leggere, vedere un film, spipolare su Facebook, scrivere questo post e così via.
E la chicca sono i vassoi del pasto: antiscivolo, mica come quelli di casa nostra che hai sempre paura di rovesciare e rovesciarti addosso tutto. Qui bicchiere e piatti sembrano quasi incollati e non li sposti se non li alzi.
Che lezione trarre da tutto questo?
Che forse invece di pensare a migliorare sempre e soltanto il prodotto in sé, è bene capire quali sono i criteri con i quali un cliente scegliere un prodotto che potrebbe essere ormai percepito come una commodity e fargli scegliere la tua soluzione più per il contorno che non per la pietanza, che pare uguale a quella degli altri.


Delta mi ha stupito, che cosa facciamo noi per stupire i nostri clienti?

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