lunedì 4 marzo 2013

The end of Groupon - Groupon: fine corsa?



English text first, to get the italian version scroll down.



La versione italiana è qui sotto: scorrere per trovare il testo in italiano.





And so Groupon faces the end. At least it looks like that. The company lost most of its value (about 75% from quotation) and the CEO was fired last week.
Is the business which is fake? Not at all: there are a lot of other actors in the same market field and they are making good results. Clients are growing. The same Groupon increased its clients, people purchasing deals: plus 22% last year.
So what?
Groupon choose to fight on the wrong side: they had a very good tool to compete against advertising, a tool to be spent as a good move in the marketing strategy and they through it away for greed. So many of their suppliers, the restaurants, shops, hotel and so on, claimed they risked bankruptcy due to a unbearable number of coupon sold.
Instead of considering their true market the shops, Groupon bought the cause of the users thus jeopardizing their own market.
In my opinion what a deal company should do is to assist the shops in setting a right campaign, supporting them in planning a goal for their Groupon deals, tell them what to do, help them limit the number of deals so to avoid overboostering.
None of that was done.
And these are the results.
What do you think?

Some posts I wrote on the same subject



La versione italiana 



Perché? Il mercato non tira? La gente si è stufata dei deal?
Direi proprio di no: altri attori nello scenario stanno andando bene e la stessa Groupon ha segnato un incremento del 22% di acquisitori di deal nell’ultimo anno.
E allora?
C’è che Groupon ha sbagliato strategia: travolta dall’avidità (sì, come per il caso delle banche e dei mutui) invece di proteggere i suoi veri clienti, il suo bene prezioso, vale a dire i commercianti, ha pensato bene di mungerli mettendo molti di loro in condizioni critiche, quasi vicini alla bancarotta, per eccesso di deal venduti. Scontentando così di fatto anche i compratori dei buoni.
Un errore colossale: invece di far comprendere ai commercianti che avevano per le mani un fenomenale strumento di marketing e insegnare loro ad usarlo nel modo migliore, li ha condotti al baratro per vendere qualche manciata di coupon in più.
Stefania Boleso ed io ci siamo occupato più volte di questo fenomeno (qui trovate un elenco dei post sul tema se vi interessa e in coda all’articolo altri link interessanti) perché questa è veramente una occasione perduta. Non siamo i soli a pensarla così: qui un post di Ninjamarketing illustra il proprio punto di vista.
Un venditore di deal dovrebbe fornire consulenza ai propri veri clienti, dovrebbe aiutare i venditori di offerte a pianificare una campagna, a darsi un obiettivo, a prevedere un seguito, a limitare il numero di coupon venduti per non produrre effetti disastrosi. Dovrebbe cioè diventare un partner di marketing, non spremere i clienti.
Nulla di questo è stato fatto ed ecco le conseguenze.
Che ne pensate?


Alcuni post collegati
Il video sul Groupon  che suggerisce la strategia da seguire

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